San Protaso al Lorenteggio è la chiesa più piccola di Milano

In Articoli in evidenza slide, CURIOSITA', Senza categoria
San Protaso al Lorenteggio è una chiesa affascinante nel suo mistero e nella sua storia.
Si trova in via Lorenteggio, all’altezza del civico 31, vicino a piazza Bolivar, sulla circonvallazione esterna di Milano.
Le prime notizie del manufatto risalgono all’anno mille, ma non è escluso che nel luogo sorgesse un precedente sacello paleocristiano e forse, prima ancora, un tempietto pagano.
Era la cappella della vicina cascina-monastero dai monaci Benedettini, cui subentrarono in tempi successivi gli Olivetani.
È certamente la chiesa più piccola di tutta Milano ed è dedicata a San Protaso, l’ottavo vescovo che governò la città dal 328 al 344 D.C..
Utilizzata per il culto sino al 1950, fu abbandonata e lasciata in un completo stato di abbandono. Successivamente recuperata, è oggi un piccolo gioiellino d’arte.
La chiesetta ha ricevuto tanti soprannomi.

Quello di “Gesa di lusert” ha una bella origine ed è l’occasione per ricordare un personaggio famoso ed importante nella storia del teatro milanese.

Piero Mazzarella – con Renato Pozzetto nel film “un povero ricco”

Parliamo dell’attore teatrale Piero Mazzarella (1928 – 2013) che abitava in viale Misurata,  poco distante dalla chiesetta e da piazza Bolivar.

L’attore, nelle sue passeggiate in quartiere,  spesso passava davanti all’edificio che versava in uno stato di  semi abbandono.
Passando e ripassando notò che le lucertole avevano l’abitudine di scaldarsi al sole di primavera stando ferme sui muri e sulla sua porta in legno dell’ingresso, che, all’epoca, era sempre aperta .
Queste osservazioni gli ispirarono la poesia in dialetto milanese “la gesa di lusert“.

E’ davvero una chiesa curiosa e unica

In primo luogo San Protaso al Lorenteggio sorge curiosamente proprio al centro di uno spartitraffico presente in una delle zone più trafficate di Milano, la via Lorenteggio per l’appunto.
In mezzo allo spartitraffico

Più volte le Amministrazioni comunali hanno pensato di abbatterla ma è sopravvissuta anche grazie alla tenacia e alla resistenza dei residenti del quartiere.

La chiesetta, ridotta ad un rudere, fu restaurata e rinacque a nuova vita nel 1987.

Dal 16 febbraio 2015 l’Oratorio di San Protaso è posto sotto il vincolo della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Lombardia.
Interno san Protaso

In secondo luogo San Protaso è, come detto,  una chiesa veramente minuscola.

Non arriva  a 33 mq: misura 5 metri di larghezza, 8 metri di lunghezza e 4,5 metri in altezza nel punto più elevato.
Tutto ciò le permette la collocazione al centro dello sparti traffico.
Infine San Protaso al Lorenteggio  è una delle due uniche chiese della città prive di campane.
L’altra è il Tempio Civico di San Sebastiano in via Torino all’altezza del civico 28.
Possiamo anche cogliere un’ultima caratteristica.
Osservando la chiesa possiamo notare che la struttura è disassata rispetto alla direzione del flusso veicolare.
Ciò di per sé non significa nulla anche perché sino al 1950 la zona era ancora aperta campagna e non necessariamente le costruzioni dovevano avere la chiesetta come riferimento per la loro costruzione.
Ma allora sorge una domanda: ha un significato quell’orientamento, visto che quando è stata costruita intorno a sé non aveva nulla?
La chiesa ha un orientamento rigorosamente equinoziale e ciò ci fa ritenere che, in analogia con altri monumenti antichi, la costruzione sia stata realizzata allineandola alle fondamenta di un precedente tempio pagano dedicato a Giove.

La storia

Spesso storia e leggenda s’intersecano in un confine assai sottile.

Il Barbarossa

Pare che, nel 1161,  il borgo del Lorenteggio sia stato teatro di una dura battaglia fra i milanesi e Federico I Hohenstaufen, detto il Barbarossa, nel corso della sua seconda campagna italica.

Tale battaglia, dopo la pausa invernale, portò in primavera all’assedio della città e a conseguenti  azioni di saccheggio e distruzione.

Si racconta che, durante  il periodo invernale, le truppe si acquartierarono vicino alla chiesetta di San Protaso e che il Barbarossa volesse distruggere il luogo sacro come segno di rappresaglia verso i contadini della zona che gli si opponevano.

Si narra anche che il Barbarossa si sia recato nella chiesetta e che, mentre era lì, decise di fare un patto col Divino: se avesse vinto, non avrebbe distrutto la chiesetta.

Nella primavera del 1162 ripresero gli scontri, Federico di Svevia ottenne una schiacciante vittoria e mise a ferro e fuoco Milano.

Il Barbarossa, riconoscente, decise di mantenere il suo patto e non distrusse San Protaso. Da qui anche il soprannome di “gesetta del Barbarossa”.

Napoleone
Napoleone Bonaparte

Dopo la battaglia di Lodi del 21 maggio 1796 nella quale i francesi sconfissero gli austriaci,  Napoleone marciò in direzione di Milano.

Arrivato alle porte della città si accampò nel borgo del Lorenteggio, occupando le antiche cascine che trasformò in accasermamento per le truppe.

Ricordiamo che  all’epoca Napoleone aveva deciso di abolire quasi tutti gli ordini religiosi, acquisendo i beni della Chiesa per trasferirli in mano ai laici.

In questa logica cacciò i monaci dalla cascina ora non più esistente di san Protaso e trasformò la struttura da bene religioso in bene agricolo.

La chiesetta in uso al monastero fu trasformata in deposito di munizioni e polvere da sparo .

Finita la parentesi napoleonica in Italia (1814) la cascina di San Protaso venne rioccupata dai contadini del posto e la chiesetta utilizzata come fienile e deposito di attrezzi.

Covo dei cospiratori contro l’invasore austriaco e cunicolo segreto
Silvio Pellico

Pare che la Chiesetta di San Protaso, allora in piena campagna, sia stata anche luogo di ritrovo di cospiratori nella lotta contro gli austriaci occupanti Milano.

Si racconta che a queste riunioni, tra i vari intellettuali e patrioti, partecipassero anche Silvio Pellico, Piero Maroncelli e, di quando in quando, anche il conte Federico Confalonieri, prima di essere catturati.
Condannati a morte, la loro pena fu successivamente trasformata in carcere a vita da scontare nella fortezza di Spielberg, tetro luogo testimoniato da Pellico nel libro “le mie prigioni“.
Il luogo scelto dai cospiratori per ritrovarsi non era casuale.
Pare infatti ci fosse un cunicolo sotterraneo segreto che collegava San Protaso con la basilica di San Vittore al Corpo (all’interno della cerchia muraria interna) o forse al Castello Sforzesco, permettendo liberi spostamenti senza il rischio di essere visti dalle ronde austriache.
In realtà il cunicolo non è mai stato trovato, ma la memoria dei ragazzini della zona vissuti nel dopo guerra racconta e tramanda l’esistenza di una botola che collegava ad un luogo non mai bene esplorato.
Pare ragionevole che un cunicolo tra la chiesetta ed il monastero ci fosse.
Pensiamo ad una chiesetta spersa nella campagna tra i campi…
Il passaggio serviva ai monaci per andare a pregare nei giorni di pioggia e fango, senza dover affrontare il pantano dei campi circostanti, lordando le proprie vesti.

E’ una Chiesa, ma non è proprietà della Curia

La chiesa di San Protaso non è proprietà della Curia milanese come si potrebbe pensare.
E’ di proprietà del Comune di Milano che l’acquisì a causa del suo posizionamento.
Nel 1955 si concretizzò la necessità di allargare la via Lorenteggio per adeguarla al processo di espansione della città verso la periferia e all’aumentato numero dei mezzi circolanti.
Il Comune pensò di espropriare il terreno necessario, prevedendo l’abbattimento della chiesetta all’epoca in uno stato di serio abbandono.
Successivamente il progetto cambiò.
Dall’idea di allargare un’unica sede stradale si passò alla soluzione attuale, ovvero un doppio flusso veicolare a senso unico con uno spartitraffico centrale. Il tutto in analogia a quanto avveniva nella parallela via Giambellino. Il cambio progettuale salvò la chiesetta.

All’interno della chiesa, il velario.

Spostandoci all’interno l’attenzione del visitatore si sofferma su due elementi artistici fondamentali.

Nella zona bassa dell’abside, è visibile un velario altomedievale, che gli esperti ritengono coevo alla costruzione della struttura.

E’ visibile unicamente la parte centrale.

In essa possiamo notare la presenza anche di parti di un altro affresco successivo al velario ma sempre di epoca medievale.

Tra i drappeggi è possibile intravvedere una scena di caccia o forse un bestiario.

Sul lato sinistro è possibile ammirare un affresco raffigurante Santa Caterina da Siena.

L’autore è ignoto ma abbiamo una certezza e una probabilità.

La certezza è che sicuramente si tratta dell’affresco più antico di Santa Caterina presente in Lombardia e probabilmente secondo in Italia, soltanto a quello del pittore senese Andrea Vanni (1332 – 1414) che si trova nella basilica di San Domenico a Siena.

La datazione colloca l’opera tra la fine del ‘300 o alla prima decade del ‘400.

Nell’affresco la Santa, con una devota inginocchiata davanti a lei, è rappresentata senza l’aureola e ciò fa intravvedere la probabilità che il pittore che ha realizzato l’opera fosse contemporaneo e concittadino della Santa e che l’abbia ritratta nei suoi reali lineamenti quando Caterina di Jacopo da Benincasa era ancora in vita, ovvero prima del 1380.

Si può visitare?
Normalmente la chiesetta è chiusa al pubblico.

È oggi visitabile in occasione delle feste di via Lorenteggio che si tengono la prima domenica di maggio e l’ultima di novembre, oppure in occasione di concerti vocali, strumentali od eventi culturali organizzati (mostre fotografiche e di pittura, presentazioni di libri, ecc.)

Lo sapevi? Se questo articolo ti è piaciuto condividi, continua a seguirci, consiglia e commenta.
© Riproduzione riservata

Puoi anche leggere

I panzerotti pugliesi Luini sono un pezzo di storia Milanese

I panzerotti sono una delizia per il gusto e il palato. E' un prodotto di origine pugliese ma ha

Leggi ...

Punteggi nel tennis…perchè sono così strani?

Il tennis, nobile sport che ha vissuto lunghi anni di sonno e di campi frequentati solo da appassionati che

Leggi ...

Iniziato il Giubileo 2025, il Papa apre la Porta Santa

Il Giubileo 2025, indetto da Papa Francesco con la Bolla "Spes non confundit", si è aperto nella notte di

Leggi ...

Lascia un commento:

Il tuo indirizzo email non sara pubblicato.

Mobile Sliding Menu