I panzerotti pugliesi Luini sono un pezzo di storia Milanese

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I panzerotti sono una delizia per il gusto e il palato. E’ un prodotto di origine pugliese ma ha trovato a Milano un luogo dove essere celebrato e gustato con soddisfazione di grandi e piccini.

Parliamo dei panzerotti del laboratorio Luini, un luogo di culto per gli amanti di questa leccornìa.

Il negozio si trova in via Santa Redegonda, una stradina stretta ma trafficatissima a pochi metri dalla notissima e centrale Galleria Vittorio Emanuele.

La storia dei panzerotti – quando vengono introdotti nella produzione

Il primo forno Luini

La famiglia Luini si trasferisce prima nel lodigiano e poi a Milano  dove nel 1949 rileva un forno, datato 1888, sito in via Santa Redegonda 16, “a soli 190 passi dal Duomo” come ama ricordare il fondatore Luigi Luini.

Inizialmente la produzione è quella classica di panificati ad uso della clientela, dei ristoratori e degli alberghi della zona centrale di Milano.

In quegli anni il centro di Milano era molto diverso da oggi, epoca in cui le abitazioni private sono state quasi tutte espulse a favore di scintillanti negozi alla moda e studi professionali.

Allora la zona era vissuta dalla cosiddetta “gente normale” che viveva in abitazioni normali e non di lusso, e i negozi non erano le boutique di lusso ma il pizzicagnolo, il verduriere, la latteria.

E’  a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso che tutto è cambiato: gli anni noti come quelli della  “Milano da bere” hanno progressivamente allontanato la gente comune e, mediante grandi ristrutturazioni,  hanno portato nella zona i grandi marchi, il business.

Negli anni cinquanta il forno Luini produce ancora panificati classici.

Successivamente e progressivamente, a partire dagli anni sessanta, si introducono novità nella produzione.

Prima i “panini imbottiti” e successivamente i tranci di pizza. Gli inizi furono duri perchè questo tipo di vendita non era previsto per i forni e fu difficile farla accettare ai controlli della vigilanza.

Riordinando vecchie ricette, così si racconta, la signora Luini trovò quella dei panzerotti e decise di proporla in negozio secondo l’antica composizione della famiglia d’origine.

Facciamo una pausa? Prendiamo dei panzerotti? Una bella abitudine

foto Corriere della Sera

Per chi ha avuto modo di frequentare il centro di Milano per studio o lavoro non può non avere nella memoria la sosta pressoché obbligatoria per un panzerotto caldo e fumante.

All’epoca dell’Università per me era una tappa obbligatoria per la pausa pranzo o per uno spuntino pomeridiano.

Occorreva fare attenzione però perchè, se è vero che la serranda si alzava già alle 7 del mattino, alle 13 in punto le inflessibili proprietarie cacciavano (letteralmente!!) tutti per una pausa sino alle 16.

Il passo accelerato dopo le lezioni e l’occhio alla lancetta dell’orologio erano però abbondantemente  compensati al primo morso del panzerotto fumante che lasciava (e lascia ) fuori uscire un po’ di mozzarella e pomodoro. In inverno era (ed è) una vera e propria goduria.

Era già street food e non lo sapevamo!

I cambiamenti

I tempi si sono evoluti e anche l’organizzazione della produzione dei panzerotti si è evoluta, in un fiorire di proposte salate e/o dolci.

Ora l’attività apre alle 10 e prosegue con orario continuato sino alle 20 diventando un punto di riferimento con una maggiore tranquillità per chi lavora in zona.

In coda poi è possibile vedere stranieri di ogni dove che vengono a gustare i panzerotti nelle sue molte specialità, anche se quella classica è decisamente insuperabile.

Quanti panzerotti si sfornano al giorno? Difficile dirlo. Probabilmente di più in inverno che in estate. Si dice che la produzione si aggiri sui 5.000 pezzi al giorno.

E’ una storia dalle origini umili che nel tempo è cresciuta in qualità e fama entrando nel costume di Milano.

Andiamo a farci un panzerotto, ti è venuta la voglia?

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