Il falso consenso è un effetto gregge immaginario

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Pensiamo tutti uguale? Crediamo di sì, probabilmente è no

Per effetto del falso consenso abbiamo tendenza a credere che anche gli altri abbiano le stesse nostre opinioni, preferenze, valori e credenze.

In altre parole proiettiamo sugli altri le nostre idee e tendiamo a credere che tutti la pensino come noi.

Molti pensano di avere una grande capacità di prevedere la condotta dei propri simili.

Credono che non sia così difficile conoscere il modo in cui si comportano o si comporteranno altre persone, magari del proprio ambiente.

Questo ce lo dice uno studio molto accurato dell’Università di Standford sul fenomeno del cosiddetto falso consenso.

 

falso consenso

Gli studi fatti

In un primo studio i ricercatori presentavano ai soggetti partecipanti quattro brevi storie, appositamente studiate per la ricerca, che prevedevano un’alternativa di scelta tra più comportamenti.

I soggetti dovevano scegliere l’atteggiamento  da tenere in quella specifica situazione.

Dovevano poi stimare la percentuale di persone che avrebbero scelto una delle due possibili opzioni suggerite.

E’ emerso che la maggior parte delle persone, sia tra quelli che seguivano un certo comportamento, sia tra quelli che optavano per l’alternativa, tendeva a valutare che la propria personale scelta fosse altamente probabile per le persone intese nella generalità.

Successivamente è stato chiesto ai partecipanti di descrivere le caratteristiche di coloro che optavano per soluzioni diverse dalla loro.

I soggetti esaminati ritenevano che i propri giudizi e le proprie scelte  fossero  comuni ed appropriate alle circostanze mentre quelle differenti fossero devianti ed inadeguate.

In un secondo studio è stato chiesto ad alcuni studenti universitari se sarebbero stati disposti a girare per l’università indossando un cartello a forma di panino, con la scritta “MANGIA DA JOE”, dicendo che avrebbero imparato qualcosa di utile.

Anche in questo caso quelli che avevano accettato pensavano che anche gli altri partecipanti allo studio lo avrebbero fatto.

Lo stesso pensavano quelli che avevano rifiutato.

In entrambi i casi opinione comune e condivisa, pur partendo da opzioni opposte,  è risultata che quelli che avevano fatto una scelta diversa dalla propria avessero qualcosa di strano, che fossero insicuri, rigidi o estremamente bizzarri.

Perché crediamo al falso consenso

Credere  che sia abbastanza semplice prevedere atteggiamenti e comportamenti degli altri e che la maggior parte delle persone abbia le nostre idee, nasce da molteplici fattori.

Rimanere chiuso nel proprio mondo, non voler conoscere punti di vista differenti dal proprio, porta a guardare sempre da un solo lato le cose.

Anche dare troppa importanza all’ambiente sociale in cui siamo cresciuti e in cui viviamo ci fa credere che non esistano “mondi possibili” oltre al nostro.

Ritenere che solo l’ambiente esterno influenzi le nostre decisioni ed i nostri comportamenti fa sì che ci sembri del tutto possibile, se non scontato, che anche le altre persone del nostro stesso ambiente abbiano le nostre credenze ed i nostri comportamenti.

La nostra realtà, infatti, viene costruita e organizzata in base a schemi cognitivi ci siamo formati grazie all’esperienza e che ci permette di avere una certa sicurezza sulle cose della vita.

Il nostro bisogno di sicurezza ed  il nostro desiderio di avere una valutazione positiva di noi stessi ci portano a voler rinforzare una nostra idea attribuendola anche ad altre persone: in una parola crediamo al “falso consenso”.

Opinioni diverse dalla nostra minacciano la nostra autostima e quindi la nostra sicurezza ed il nostro equilibrio psicologico.

Questa modalità di pensiero, egocentrica, forza la nostra visione del mondo e la limita entro i nostri rassicuranti confini.

Sicuramente è difficile liberarci da questa distorsione ed è necessario molto impegno per non cedere a questo comportamento che è comodo e tranquillizzante.

Tuttavia farlo amplia le nostre prospettive e ci apre a nuovi punti di vista, a nuove conoscenze ed a nuove relazioni.

Solo se ci apriamo al confronto con idee, pensieri e persone diversi da noi, possiamo essere più consapevoli delle nostre scelte e non ingabbiati nei nostri personali schemi e sovrastrutture.

© Riproduzione riservata

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