Il granchio blu è stato un argomento caldo dell’estate e con l’autunno lo abbiamo visto presente in maniera sempre più massiccia sui banchi espositivi delle pescherie. E’ un problema o una nuova risorsa? Vediamo di capire meglio i termini della questione.
Il granchio blu: il suo identikit
Il granchio blu, o Callinectes sapidus se si vuole usare la terminologia tecnica, è un crostaceo originario delle coste atlantiche di tutto il continente americano, dalla Nuova Scozia a nord fino all’Argentina a sud.
Vive in ambienti con temperature comprese tra i 3 e i 35 gradi, è a suo agio sia nell’acqua dolce, sia in quella salmastra. Può pesare sino ad 1 kg e raggiungere dimensioni ragguardevoli: 15 cm di lunghezza e 25 cm di larghezza. Può vivere sino a 4 anni.
E’ onnivoro, ha delle cheli molto forti e robuste, si nutre di tutto quello che gli capita a tiro. Ama cibarsi di vongole, cozze, crostacei, uova, altri pesci. Predilige gli avannotti, cioè i pesci appena nati, andando così a intaccare direttamente la popolazione futura.
Ha una elevatissima capacità riproduttiva: una femmina di granchio blu può deporre fino a 2 milioni di uova l’anno.
Nel suo habitat originario rappresenta una fonte importantissima di cibo per i suoi predatori naturali, cioè anguille, razze, squali, tartarughe marine, persici nei fiumi e, naturalmente, gli esseri umani. I cuochi americani e soprattutto quelli messicani, infatti, lo includono molto spesso nei loro menù.
Portato altrove, l’assenza di tali predatori naturali e la sua alta capacità riproduttiva sono un mix esplosivo che lo rendono una specie aliena in grado di danneggiare gravemente le specie locali.
Come è arrivato il granchio blu
L’arrivo del granchio blu è l’ennesimo esempio di come anche le iù semplici azioni umane siano in grado di danneggiare gravemente ambiente ed ecosistemi, in un sistema globale in cui, grazie alla estrema facilità di movimento, tutto è ovunque in poco tempo.
E’ stato così per il covid che ha viaggiato in aereo. E’ così, fatte le ovvie dovute proporzioni, è stato per il granchio blu che ha viaggiato dai lidi di origine all’Europa comodamente in nave.
Pare infatti che sia andata proprio così. Ha viaggiato nell’acqua di zavorra delle navi.
Ma cos’è quest’acqua di zavorra? La zavorra è una massa, non necessariamente acqua, che è caricata a bordo di un mezzo di trasporto ed è utilizzata per vari fini. Ad esempio migliorare la stabilità e l’assetto o equilibrare la massa del carico trasportato.
L’acqua nelle navi è caricata in apposite cisterne, solitamente localizzate nel fondo della nave oppure sui fianchi e alle estremità anteriori (gavone di prua) e posteriori (gavone di poppa).
Le navi che utilizzano l’acqua di zavorra sono soprattutto quelle che trasportano grandi carichi, come ad esempio le petroliere e le porta container. Le navi infatti sono progettate per viaggiare rimanendo immerse tra una profondità minima e una massima.
Assolta la loro funzione, le acque vengono rilasciate in mare con tutto ciò che contengono. Anche i primi granchi blu…
Quando è arrivato in Italia
Il granchio blu è apparso in Italia nel 2008. Prima nelle acque della Basilicata, poi spostarsi lungo le coste italiane.
Attualmente le coste dell’Alto Adriatico tra l’Emilia Romagna ed il Veneto sono quelle dove maggiore è la presenza del granchio blu. Tra l’altro si tratta di una zona dove è fortemente concentrata la produzione di vongole e cozze di cui questo crostaceo è particolarmente ghiotto.
Come agisce
Possiede una grande forza e capacità natatorie.
Con le sue forti cheli riesce a rompere le reti di pesca e quelle di contenimento che i pescatori hanno posto a tutela dei loro allevamenti, a farsi strada nelle nasse deposte in mare, a rompre le valve raggiungendo il frutto.
Il danno stimato ad oggi prodotto dal granchio blu si stima in 100 milioni di euro.
Quanto costa il granchio blu
Partiamo da un’affermazione che pare condivisa dai vari chef: il granchio blu è abbastanza buono e, con esso, è possibile cucinare piatti interessanti e gustosi. Tra questi maestri della cucina spicca la chef veneziana Chiara Pavan, che ha fatto della sostenibilità il mood della sua cucina.
Al palato la differenza di gusto rispetto al granchio grande atlantico comunque c’è. E il prezzo del granchio blu è inferiore di un 30/40% rispetto al King Grab atlantico.
C’è inoltre da dire però che, a parere degli esperti, il pescare il granchio blu ed usarlo in cucina non basterà, perché solo gli esemplari grandi sono adatti alla cucina, mentre i piccoli non si riescono a vendere e cucinare. E vedremo di seguito come ciò costituisca un duplice problema.