Padova è uno scrigno pieno di tesori.

In Articoli in evidenza slide, BELLO E GUSTO

Una città ricca di bellezza e da ammirare nei sui lati meno conosciuti

Padova è soprattutto nota per gli affreschi di Giotto della Cappella degli Scrovegni (del 1303-05) e per la grande Basilica di Sant’Antonio del XIII secolo, meta di pellegrinaggio da tutto il mondo.

Ma accanto a queste due perle rare ve ne sono altre che meritano certamente una visita.

Sono molte le ragioni per cui vale la pena visitare Padova, una città ricca di storia e di arte.

Un detto popolare dice: “Venezia la bella, e Padova sua sorella“. Il paragone con Venezia dovrebbe già far comprendere, a chi non è mai stato in questa città, cosa troverà durante la sua visita.

Prato della Valle

Ad esempio piazza Prato della Valle.

La piazza è un enorme slargo cittadino di 88620 mq , una piazza che per estensione è seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca.

Il suo fulcro centrale è costituito dall’Isola Memmia, così chiamata in onore del podestà che commissionò i lavori; intorno alla piazza corre un canale orlato da una doppia fila di statue.

In questo luogo un tempo c’era un grande teatro romano ed un circo per le corse equestri. Qui furono martirizzati due dei quattro patroni della città, Santa Giustina e San Daniele.

Nel Medioevo in questo luogo si svolgevano fiere, giostre e feste pubbliche.

Oggi in piazza Prato della Valle turisti e padovani passeggiano, vanno in bici, prendono il sole d’estate o fanno tardi la sera. Dopo anni di abbandono, la Piazza ha finalmente ripreso la sua centralità nella vita di Padova.

Ricca di portici, Padova è anche famosa per altre due piazze, la piazza delle Erbe  e la piazza della Frutta, luoghi nei quali si svolgono pittoreschi mercati cittadini.

Piazza delle Erbe e della Frutta

Piazza delle Erbe è il luogo di Padova da sempre deputato al mercato.

Un tempo aveva altri nomi ma sempre indice della sua vocazione commerciale: “Piazza della Biada“, “Piazza Del Vino“.

Anche le circostanti la piazza tradiscono la loro funzione commerciale: osti, macellai, fruttivendoli, ogni angolo aveva una sua specializzazione.

Alle spalle di Piazza delle Erbe, divisa dal Palazzo della Ragione, c’è l’altra piazza commerciale di Padova: Piazza della Frutta.

 

Colonna del Peronio

Anche in questo caso il nome tradisce l’origine e la funzione originaria, anche se adesso ospita un mercato in cui si vendono quasi esclusivamente abiti.

Numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano che quest’area era piena di vita già in età preromana.

In origine si chiamava piazza del Peronio, per via della colonna medievale il cui nome deriva dal latino perones, calzature in cuoio, che qui venivano vendute.

 

Palazzo della Ragione

Palazzo della ragione

Su Piazza delle Erbe si affaccia il palazzo più imponente, simbolo di Padova: il Palazzo della Ragione. Costruito indicativamene nel 1208, nei secoli fu sede del Tribunale: da qui il suo nome.

I padovani lo chiamano anche Il salone perché il primo piano è in realtà un unico ambiente a forma di salone, per molti secoli il più grande del mondo, a cui si accede dalla “Scala delle Erbe” in Piazza delle Erbe.

L’interno del palazzo è davvero meraviglioso. Parliamo di un unico ambiente lungo 80 metri e largo 27, completamente affrescato. Purtroppo quelli di Giotto un incendio li distrusse nel 1420.

Il ciclo pittorico all’interno del palazzo è uno dei più grandi al mondo: si susseguono motivi zodiacali, astrologici, religiosi, animali, che simboleggiano le attività della città, nei diversi periodi dell’anno e l’intervento dei giudici del palazzo per derimere le questioni.

Nel Salone è conservata laPietra del Vituperio“, un blocco di porfido nero di su cui i debitori insolventi erano obbligati a spogliarsi e battere per tre volte le natiche prima di essere costretti a lasciare la città.

Questa pratica ha dato origine all’espressione restar in braghe de tea.

Davanti al Salone (accanto al Palazzo Comunale) c’è il “Palazzo delle Debite“, adibito a prigione a cui si accedeva direttamente dal Palazzo della Ragione con un passaggio ormai distrutto.

Orari di apertura: chiuso il lunedì – orario 9:00-19:00  
Costo del biglietto: intero 7 €.

 

La cappella degli Scrovegni

La Cappella degli Scrovegni è il luogo a cui tutti pensiamo quando parliamo di Padova.

Eppure un visitatore distratto potrebbe passare davanti all’edificio che la ospita e proseguire tranquillamente pensando che non ci sia nulla di eccezionale per cui valga la pena entrare.

In realtà, quella “semplice costruzione” ,come la definì lo stesso Giotto, ospita il più importante ciclo di affreschi del mondo.

Lo stupore irretisce il visitatore che ammira il cielo stellato sotto il quale si svolgono gli episodi della vita di Gioacchino e Anna, di Maria gli episodi della vita e morte di Cristo.

Lo stupore si unisce all’incredulità quando scopriamo che Giotto ci mise solo due anni a completare il tutto.

Nel 1303 Giotto riceve l’incarico da Enrico Scrovegni e nel 1305 ha già terminato.

Enrico volle costruire la Cappella in suffragio dell’anima del padre, Reginaldo Scrovegni, che di cose da farsi perdonare ne aveva molte. Era infatti un banchiere e usuraio, talmente famoso e temuto, da essere collocato da Dante nell’inferno della Divina Commedia.

Con la Cappella degli Scrovegni Giotto cominciò la rivoluzione della pittura moderna.

                                                             Orari di apertura: tutto l’anno dalle 9.00 alle 19.00.  Costo del biglietto: intero 14 €.

Basilica di Sant’Antonio

I padovani chiamano la basilica di Sant’Antonio semplicemente la basilica del Santo, senza aggiungere il nome.

Il Santo è talmente parte della città, che non occorre neanche aggiungere il nome.

Questo fa comprendere non solo l’affetto ma anche l’importanza che, per Padova, ha la Basilica che ospita le reliquie di Sant’Antonio.

Meta di un pellegrinaggio tutto l’anno, il culmine è raggiunto con la processione del 13 giugno.

La prima cosa che nota il visitatore è la commistione di stili diversi dovuti agli interventi che si sono susseguiti nel tempo: la facciata romanica, il deambulatorio gotico con le sette cappelle, le cupole bizantine campanili moreschi.

All’interno, partendo da destra, si susseguono la Cappella del Gattamelata e quella di San Giacomo affrescata nel 1300 da Andriolo de Santi, uno dei maggiori architetti e scultori veneziani d’allora.

Subito dopo c’è la Cappella della Crocifissione e poi la Sala del Capitolo, con un frammento di Crocifissione attribuito a Giotto.

Arca del Santo

Il “Tesoro della Basilica” con le reliquie del Santo si trova al centro del Deambulatorio.

In diverse teche sono visibili la lingua e il mento intatti di Sant’Antonio, segno, secondo la Chiesa, del riconoscimento che Dio ha voluto dare all’instancabile opera di evangelizzazione del Santo.

Nella Piazza antistante la basilica da non perdere  è il monumento equestre al Gattamelata, statua in bronzo di Donatello, autentica rivoluzione nella storia dell’arte: è stata la prima statua equestre di grandi dimensioni svincolata da altri elementi architettonici.

Orari di apertura: orario solare: 6.20 – 19.00 – orario legale: 6.20 – 19.45                            Costo del biglietto: gratis-

Palazzo del Bo e Gabinetto Anatomico

Pensare che durante la visita ad una città il turista si organizzi per  visitare  l’Università locale, è difficle pensarlo.

Eppure a Padova succede.

Dal 1222 nelle aule di Palazzo del Bo (prende il nome da un’antica locanda di un macellaio) sono passati Leon Battista Alberti, Galileo Galilei, Niccolò Copernico e molte altre personalità che ne hanno fatto un’istituzione mondiale in molti campi della ricerca scientifica.

Sono due i lasciti principali di 800 anni di cultura: il Teatro Anatomico e la Cattedra di Galileo Galilei.

Il Teatro, voluto da Girolamo Fabrici d’Acquapendente nel 1594, è uno straordinario teatro in legno di noce che permetteva agli studenti di assistere, dall’alto, alle autopsie sui corpi.

Un’iscrizione all’ingresso del teatro recita “Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae“, cioè “è questo il luogo dove la morte gode nel soccorrere la vita“.

Nella Sala dei Quaranta, chiamata così denominata per i quaranta ritratti di studenti stranieri, c’è la cattedra di legno da cui Galileo insegnò matematica e fisica dal 1592 al 1610.

Orari di apertura: 

Dal lunedì al venerdì è disponibile il tour “Palazzo Bo – Giro storico”, con visita guidata dei Cortili della “cucina anatomica” e del Teatro anatomico. Sono inoltre visitabili: l’Aula Magna Galileo Galilei, la Sala dei Quaranta, la Sala di Medicina, la Sala di Giurisprudenza.

Sabato, domenica e festivi è disponibile il tour “Palazzo Bo e il ‘900 di Gio Ponti” che prevede la visita guidata dei Cortili del Rettorato, dell’Archivio Antico, della “cucina anatomica” e del Teatro Anatomico. Sono inoltre visitabili la Basilica, l’Aula Magna Galileo Galilei, la Sala dei Quaranta, la Sala di Medicina.

Costo del biglietto: 7 € giro storico; 12 € il ‘900 di Giò Ponti.

© Riproduzione riservata

 

 

Puoi anche leggere

Iniziato il Giubileo 2025, il Papa apre la Porta Santa

Il Giubileo 2025, indetto da Papa Francesco con la Bolla "Spes non confundit", si è aperto nella notte di

Leggi ...

Scrivere a mano ha ancora un senso ed è utile?

Se ci soffermiamo ad osservare amici e colleghi ci accorgeremo facilmente che, nella stragrande maggioranza dei casi, non stanno

Leggi ...

In mostra a Torino de Chirico e il suo rapporto col surrealismo

In mostra a Torino 70 dipinti e disegni di de Chirico e fotografie di Man Ray e Lee Miller

Leggi ...

Lascia un commento:

Il tuo indirizzo email non sara pubblicato.

Mobile Sliding Menu