Papa Benedetto XVI è tornato al Padre.

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Papa Benedetto XVI è stato il Papa più longevo della Storia della Chiesa.

Papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Aloisius Ratzinger, è morto a Roma il 31 dicembre 2022.

I funerali si sono svolti il 5 gennaio 2023, concelebrati da Papa Francesco.

Era Papa emerito dal 28 febbraio 2013 quando rinunciò al ministero petrino.

Papa Benedetto XVI è stato il Pontefice più longevo della storia superando Leone XIII, che morì a 93 anni agli inizi del secolo scorso, Clemente XII  e Clemente X,  che morirono rispettivamente a 87 ed a 86 anni

Il papato di Benedetto XVI, 265esimo successore di san Pietro, si è caratterizzato per una molteplicità di aspetti sul sottile filo della tutela della dottrina.

Solo il tempo permetterà una corretta lettura del suo mandato, tra conservatorismo e spinte innovatrici, per altro di rado riconosciutegli.

Una certezza c’è: sono state le sue indiscusse ed indiscutibili qualità intellettuali e  di teologo ad aver tenuto unita la chiesa nel difficile passaggio tra la scomparsa del carismatico Karol Józef Wojtyła e l’elezione del primo papa sudamericano, Jorge Mario Bergoglio.

La famiglia di Papa Benedetto XVI e i primi passi nella Chiesa

Ratzinger nacque a Marktl, in Baviera nel 1927. Il padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre, anch’essa di umili origini, era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem.

Ratzinger trascorre l’adolescenza nei pressi della frontiera tra Germania e Austria, a pochi chilometri da Salisburgo. In questo periodo il futuro Papa Benedetto XVI sviluppa la passione per la musica classica ed impara a suonare il piano. La musica classica, e Mozart in particolare, saranno una delle sue passioni.

Entra in seminario nel 1939 e dal 1946 al 1951 studia filosofia e teologia a Frisinga e a Monaco di Baviera. Il 29 giugno 1951 è ordinato sacerdote. Consegue il dottorato in teologia nel 1953.

Insegna dogmatica e storia del dogma presso le università di Bonn (1959-63), Münster (1963-66), Tubinga (1966-69) e Ratisbona (1969-77).

Gli incarichi

Durante il  Concilio Vaticano II (1962-65) è consultore teologico del cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia.

 Nel 1977 è nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga e creato cardinale da Papa Paolo VI.

Il suo motto episcopale sarà “collaboratore della verità“.

Un motto che richiama programmaticamente l’attenzione sul tema della verità che sarà un tema centrale nel suo magistero.

Dal 1981 è stato Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della Pontificia commissione biblica e della Commissione teologica internazionale.

Coadiuva Papa Giovanni Paolo II nel suo magistero impegnandosi nell’attuazione e nella difesa del Concilio Vaticano II.

Esprime una valutazione sostanzialmente negativa sulla teologia latino americana della liberazione, ritenuta per alcuni aspetti incompatibile con la dottrina sociale della Chiesa.

L’elezione di Papa Benedetto XVI

Decano del collegio cardinalizio dal 2002, il 19 aprile 2005 il conclave, composto  da 115 elettori (il numero più alto nella storia delle elezioni papali), lo elegge Papa al quarto scrutinio in meno di 24 ore.

Sale al soglio pontificio col nome di Papa Benedetto XVI, richiamandosi a Benedetto XV, profeta di pace durante il primo conflitto mondiale, e a San Benedetto, patriarca del monachesimo occidentale e copatrono d’Europa.

Il suo magistero.

Ratisbona – lectio magistralis

Papa Benedetto XVI ha fissato le idee chiave del suo pontificato sin dai primi mesi successivi all’elezione.

In breve.

Attuare il Concilio Vaticano II in piena continuità con la tradizione della Chiesa. Valorizzare la centralità dell’Eucaristia. Ravvivare nella comunità ecclesiastica la consapevolezza della propria vocazione apostolica.

Ricostruire l’unità dei cristiani e creare un dialogo con i credenti delle altre religioni, in particolar modo con il mondo ebraico e con quello islamico, e con i non credenti.

Relativamente al dialogo interreligioso Benedetto XVI ha più volte richiamato l’attenzione sulla necessità e l’urgenza di una nuova unione tra fede e ragione. Ricordiamo la lectio magistralis tenuta all’università di Ratisbona il 12 settembre 2006.

In quella occasione la citazione di una frase con la quale l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo condannava la diffusione della fede mediante la violenza ottenne aspre critiche da parte di numerosi esponenti del mondo islamico.

Le encicliche

Tra i testi del pontificato particolare importanza rivestono le tre encicliche.

La prima è stata la Deus caritas est (25 dicembre 2005) in cui Papa Benedetto XVI distingue due diverse forme di amore: quella «ascendente» (eros), che cerca Dio, e quella «discendente» (agape), che trasmette il dono ricevuto, inscindibilmente legate l’una all’altra .

La seconda è stata la  Spe salvi (30 novembre 2007) è dedicata al tema della speranza cristiana.

La terza è stata la Caritas in veritate (29 giugno 2009), la prima enciclica «sociale» di Papa Benedetto XVI in cui sono affrontati i grandi problemi legati alla globalizzazione, alla crisi economica e alle loro ricadute sulla vita dei popoli e degli individui, con particolare riferimento al tema dello sviluppo della persona e dell’umanità intera.

Di rilievo e da menzionare la lettera ai fedeli irlandesi (19 marzo 2010), contenente una condanna esplicita non soltanto degli abusi sessuali commessi da esponenti della Chiesa locale, ma anche del modo in cui il problema era stato gestito dai loro superiori, preoccupati di “evitare gli scandali”.

La rinuncia

Papa Benedetto XVI rimarrà nella memoria collettiva per la sua decisione di abdicare. L’ultimo caso nella Chiesa cattolica era stato Gregorio XII nel 1415.

Annunciò la sua decisione l’11 febbraio del 2013 parlando in un Concistoro di routine nel quale doveva essere fissata la data della proclamazione a santi dei martiri di Otranto.

Nessuno dei giornalisti presenti sapeva che, quel giorno, la storia della chiesa sarebbe cambiata.

Papa Ratzinger, ad un certo punto, rivelò ai cardinali che non erano stati convocati solo per delle canonizzazioni.

Pronunciò una declaratio nella quale il passaggio foondamentale è la seguente frase: “Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum».

Tradotto in italiano: «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino».

Le due parole in latino “ingravescente aetate”, che  rimandavano al provvedimento di Paolo VI del 1970 che stabiliva un limite d’età per i vescovi, furono quelle che colpirono la giornalista dell’Ansa Giovanna Chirri che, alle 11:46, lanciò la notizia”Il papa vuole abdicare”.

L’ultimo giorno Papa Benendetto XVI quale Papa regnante è stato il 28 febbraio 2013.

Dalle ore 20:00 del 28 febbraio  Benedetto XVI ha assunto la carica di Papa emerito ed è iniziato il periodo di sede vacante per consentire la convocazione del conclave, che il 13 marzo ha eletto Bergoglio nuovo pontefice col nome di Papa Francesco.

La lotta alla pedofilia

E’ stata una delle missioni principali ed una delle azioni innovative del pontificato di Papa Benedetto XVI.

Ratzinger ha assolto un indubbio ruolo primario nella lotta alla pedofilia nel clero ricercando la giusta punizione dei colpevoli attraverso una una campagna di “tolleranza zero” verso i vescovi “omertosi”.

Da cardinale, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, suscitò scalpore per la sua denuncia a proposito di “sporcizia nella Chiesa” durante Via Crucis del 2005.

Fu sempre lui a portare a sentenza l’annoso processo sul “caso Maciel”, il fondatore dei Legionari di Cristo.

Perseguì una direzione opposta alla prassi degli insabbiamenti delle denunce di abusi e dei semplici spostamenti dei pedofili da una diocesi all’altra.

Tale cambio di rotta si rivelò un’arma a doppio taglio.

L’emergere di sempre nuove vicende risalenti ai decenni passati fece infatti divampare ancora di più lo scandalo a livello globale.

E non mancarono anche i conflitti diplomatici. Ad esempio nel 2011, il diffondersi di notizie circa relazioni governative sugli abusi nelle diocesi d’Irlanda innescò una crisi con Dublino.

Il caso di padre H.

E’ la vicenda relativa al cambio d’incarico di un prete, quando Ratzinger era arcivescovo a Monaco di Baviera.

In quel ruolo, nel 1980, accettò di accogliere nella sua diocesi un sacerdote  (“padre H.”) sospettato di molestie sessuali su minori, al solo scopo di farlo curare.

Secondo quanto ricostruito dalla diocesi di Monaco, l’allora vicario generale della capitale bavarese, mons. Gerhard Gruber, decise di affidare al religioso un ruolo pastorale in una parrocchia.  Il tutto all’insaputa del suo superiore, ovvero lo stesso Ratzinger.

Il sacerdote in questione si rese poi responsabile di nuovi crimini di pedofilia: nel 1986 il tribunale dell’Alta Baviera lo condannò a 18 mesi di carcere e a una multa di 4mila marchi tedeschi.

La polemica a distanza di anni

Il caso di padre H. è tornato alla ribalta della cronaca nel gennaio 2022, a distanza di quasi nove anni dalle dimissioni di Benedetto XVI, in seguito alla pubblicazione di  un rapporto indipendente sugli abusi sessuali nell’arcidiocesi bavarese.

Ratzinger venne accusato di «comportamenti erronei» nella gestione di singoli casi.

L’autodifesa del Papa emerito, in quei giorni, fece un ulteriore errore, che costrinse a rettificare la dichiarazione essenziale rilasciata in relazione al dossier.

Contrariamente al suo precedente resoconto, infatti, risultò che Ratzinger aveva preso parte alla riunione dell’Ordinariato il 15 gennaio 1980.

L’accusa

A Ratzinger venne contestato di non aver preso adeguati provvedimenti per evitare che le condotte del prete si ripetessero

Il segretario particolare mons. Georg Gaenswein attestò che nell’incontro in questione “non fu presa alcuna decisione circa un incarico pastorale del sacerdote interessato” e che la richiesta fu approvata solo per “consentire una sistemazione per l’uomo durante il trattamento terapeutico a Monaco di Baviera”.

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