Van Gogh: The Immersive Experience a Milano

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E’ arrivata a Milano,  a Lampo Scalo Farini, la mostra “Van Gogh: The Immersive Experience” che, certamente, è  diversa dagli allestimenti tradizionali e che ha riscosso un notevole  successo con oltre 5.000.000 di visitatori in tutto il mondo.

Diciamolo subito: è un tipo di allestimento divisivo, che piace o non piace, non ci sono mezze misure.

Per un pubblico più esigente, e forse tradizionalista, è una mostra che lascia poco.

Per chi vuole farsi coinvolgere dalle emozioni in una prima conoscenza di questo genio artistico del 19° secolo, può essere un’esperienza interessante.

Il tentativo, allo spettatore dire se riuscito, è quello di proporre un nuovo modo di vivere l’arte che mira a realizzare, attraverso la tecnologia, ciò che Van Gogh voleva fare con la sua arte attraverso il colore: allontanarsi dalla resa naturalistica per andare oltre l’immagine e rimandare a significati più profondi, più intensamente esistenziali.

Van Gogh in mostra

L’evento, in scena dal  01 giugno al 24 dicembre 2023, è un allestimento immersivo pensato per tutte le età.

Lo spettatore è invitato a perdersi nella pittura di Van Gogh, tra girasoli, campi di grano e cieli stellati, grazie a un potente sistema di video-mapping ed a visori per la realtà virtuale.

Quella di Milano non è la prima mostra immersiva dedicata a Van Gogh. Ce ne sono state già altre e questa stessa, in una versione meno completa, è in scena da gennaio sino a metà agosto a Napoli.

Stanza di Arles

La mostra si apre con una parte per così dire analogica. Una serie di pannelli racconta la vita del pittore riproducendo alcuni dei suoi dipinti più famosi.

Una riproduzione realistica della famosa stanza di Arles ed il vestibolo del manicomio in cui Van Gogh è stato internato tra il 1889 e il 1890, costituiscono la cesura tra l’area analogica e la stanza digitale che segue.

In questa sala digitale c’è il cuore della mostra, l’esperienza immersiva.

La proiezione dei quadri ed i suoni guidano lo spettatore all’interno dei quadri in un loop di emozioni senza inizio e senza fine.

Il percorso espositivo

La prima parte della mostra multimediale di Van Gogh è, come abbiamo anticipato, analogica. Una serie di pannelli ci introducono alla vita ed alle opere di Van Gogh.

Novità dell’edizione milanese è la stanza immersiva che segue, dedicata all’arte giapponese che ha ispirato Van Gogh (detta sala del Giapponismo).

Seguono alcuni spazi espositivi in cui, su un corpo fisico (un vaso di fiori) vengono proiettate alcune versioni di quella rappresentazione realizzate da Van Gogh.

Dopo l’allestimento della stanza di Arles, si giunge al vero cuore della mostra, la grande sala immersiva.

La sala immersiva

In uno spazio di circa 2000 metri quadrati tra pavimenti e pareti, sessanta proiettori in 4k animano il pavimento e tutte le pareti attorno ai visitatori che “entrano nei quadri”.

Lo spettacolo di suoni e luci ha una durata di circa 40 minuti e si svolge in loop, senza inizio né fine.

Il visitatore è completamente avvolto dalle immagini che ruotano intorno a lui, si rincorrono e sovrappongono, accompagnate da musica e descrizioni.

L’allestimento prevede degli spazi dove chi entra nella sala possa sedersi, sdraiarsi o rilassarsi su sdraio da mare, abbandonandosi alle emozioni.

Il percorso si conclude in ultima esperienza di immersive-edutainment con la realtà virtuale, novità della mostra di Milano.

Gli utenti possono indossare uno dei 35 visori a disposizone per intraprendere un percorso virtuale intitolato “Un giorno nella vita dell’artista” entrando nella La camera di Vincent ad Arles o vedendo la Notte stellata sul Rodano, mentre una voce racconta i luoghi di Van Vogh e ne evoca le emozioni.

Perchè può piacere, perchè può non piacere.

La mostra tradizionale emoziona il visitatore nel rapporto diretto con l’opera, con l’emozione di avere innanzi a sè l’espressione artistica  originale.

Non di poco conto è anche il percorso personale di preparazione che si deve fare per andare a vedere una certa opera.

Se ad esempio vogliamo andare a vedere le maggiori opere di Van Gogh dobbiamo andare al Van Gogh Museum ( Rijksmuseum). O avere la fortuna che ci sia una mostra allestita in luoghi a noi vicini. Ma anche in questo caso poteremo ammirare solo alcuni quadri.

C’è un legame profondo, intimo, personalissimo, che s’instaura tra chi osserva e l’opera d’arte, una ricerca del “comune sentimento” tra il pittore e noi che guardiamo.

Nell’osservare l’opera il visitatore crea uno stato immersivo unico nella solitudine dei propri pensieri, delle proprie emozioni, sensazioni ed interpretazioni che sono solo sue, irrepetibili, capaci di variare anche da momento a momento, in rapporto agli stati dell’animo.

La mostra multimediale è un prodotto completamente differente.

Nella mostra immersiviva l’emozione è quella leggera e meno profonda tipica di uno spettacolo.

E’ un prodotto di consumo che ha il vantaggio oggettivo di dare al visitatore una panoramica più ampia ma anche più superficiale su un numero molto maggiore di opere: trattandosi di riproduzioni visive non c’è il limite tipico delle esposizioni classiche.

I costi di allestimento e gestione, è bene dirlo, in questo caso sono anche enormemente inferiori.

L’augurio è che il visitatore, dopo un’esperienza simile, sia stimolato ad andare a visitare i musei internazionali in cui sono esposte le opere originali di Van Gogh. In questo caso, anche questo tipo di mostre avrebbero un senso.

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